La tirannide è tanto contraria alla nostra natura, ch’ella sconvolge, indebolisce od annulla nell’uomo presso che tutti gli affetti naturali. Quindi non si ama da noi la patria, perché ella non ci è; non si amano i parenti, la moglie ed i figli, perché son cose poco nostre e poco sicure; non vi sono veri amici perché l’aprire interamente il suo cuore nelle cose importanti può sempre trasmutare un amico in un delatore premiato, e spesso anche (pur troppo!) in un delatore onorato. L’effetto necessario che risulta nel cuor dell’uomo dal non potere amar queste cose tutte su mentovate, si è di amare smoderatamente se stesso. E parmi, che ne sia questa una delle principali ragioni: dal non essere securo, nasce nell’uomo il timore, dal continuo temere nascono i due contrari eccessi; o un soverchio amore, o una soverchia indifferenza per quella cosa che sta in pericolo; nella tirannide, temendo sempre noi tutti per le cose nostre e per noi, ma amando (perché così vuol natura) prima d’ogni altra cosa noi stessi, ne veniamo a poco a poco a temere sommamente per noi, e ogni dì meno per quelle cose nostre che non fanno parte immediata di noi. Nelle repubbliche vere, amavano i cittadini prima la patria, poi la famiglia, quindi se stessi; nelle tirannidi all’incontro, sempre si ama la propria esistenza sopra ogni cosa. Perciò l’amor di se stesso nella tirannide non è già l’amore dei propri diritti, né della propria gloria, né del proprio onore, ma è semplicemente l’amor della vita animale. E questa vita, per una non so qual fatalità, nello stesso modo che la vediamo tenersi tanto più cara dai vecchi, i quali oramai l’han perduta, che non dai giovani a cui tutta rimane; così tanto più riesce cara a chi serve, quanto ella è men sicura e val meno.
Vittorio Alfieri, Della Tirannide (Libro I, Capitolo XV)
Per unica prova di quanto asserisco, addurrò la sola riflessione che di quante tirannidi sono state distrutte, o di quanti tiranni sono stati spenti, per destare quel primo impeto universale necessarissimo a ciò, non vi fu mai altra più incalzante ragione che le ingiurie fatte dal tiranno nell’onore principalmente, quindi nel sangue, poi nell’avere. Questo insegnamento non è dunque mio, ma egli sta nella natura degli uomini tutti.
Vittorio Alfieri, Della Tirannide (Libro II, Capitolo V)