Immaginate una signora di buona famiglia dell’Ottocento. Immaginate ora un mondo a completa trazione animale. Unendo i puntini avremo un’elegante signora che viene portata a passeggio su un calesse nella città di Mannheim dove è andata a vivere con il marito. In questo caso, però, il granchio sarebbe clamoroso…perché la signora è a bordo di una carrozza senza cavalli e a guidarla è lei.
Bertha Ringer nasce nel 1849 e mostra una spiccata passione per la tecnologia ma, come consuetudine, essendo una femmina, non è prevista per lei un’educazione universitaria. Questo non le ha impedito di fare un pezzo di storia dei motori. Quando ha incontrato Karl Benz, lo ha aiutato a realizzare un sogno che l’aveva convinta ancor prima del matrimonio (nel quale è diventata Bertha Benz). Lei ha tirato fuori i soldi della dote e ha investito in quella che sarebbe diventata una rivoluzione su quattro ruote. Di fatto socia e business partner del marito, non ha potuto depositare nessun brevetto (la condizione di moglie glielo impediva). Nel 1888, Karl Benz aveva costruito la sua Patent-Motorwagen, ma nessuno sembrava interessato ad acquistarla. Bertha capì subito che l’ostacolo non era tanto tecnologico, quanto psicologico: chi si sarebbe fidato di una carrozza senza cavalli, spinta da una forza misteriosa (il motore a combustione interna)?
E così, una mattina d’agosto, senza avvertire il marito, Bertha prese la macchina, caricò i figli e partì per un viaggio di 105 km per andare a trovare la madre. Di fatto fu la prima persona a percorrere una lunga distanza in automobile. Io ricordo ancora con terrore i viaggi di famiglia a bordo di una Fiat 127 sulla Futa…non oso pensare ad un viaggio in un mondo senza mappe e strade asfaltate, a bordo di quello che oggi considereremmo un trabiccolo infernale. Posso solo immaginare l’espressione di stupore dipinta sul volto di chi assisteva ad un simile spettacolo. Tanto per essere chiari, stiamo parlando di un mondo dove era possibile leggere queste affermazioni e vederle spacciate per opinioni scientifiche
“Alla luce della mia cinquantennale esperienza medica, dichiaro che la mania per il velocipede, che da due anni ha stregato le donne, porterà senz’altro ad un suicidio di massa” Dr Warmwickler,1896
Durante il viaggio a Bertha Benz capitarono diversi imprevisti…che riuscì a gestire anche in modo geniale, pardon essendo una donna in modo pittoresco.
- Usò una forcina per sturare un tubo del carburante.
- Usò la giarrettiera come materiale isolante (mi chiedo cosa avrebbe utilizzato un uomo).
- Quando i freni in legno si consumarono, si fermò da un calzolaio e inventò i primi freni con rivestimento in cuoio (praticamente, la madre dei moderni freni a disco!).
- Fece rifornimento di ligroina in una farmacia, che divenne così il primo distributore di benzina della storia.
Ma soprattutto fece quello che ogni donna che prende un’iniziativa non condivisa fa con il proprio marito…lo avvisò via telegramma solo una volta arrivata sana e salva a destinazione.
Inutile dire che il viaggio suscitò una grande attenzione “mediatica”. Grazie a questa impresa molti iniziarono a considerare le potenzialità di questa invenzione. Dopo il suo viaggio rivoluzionario, Karl Benz aggiunse un cambio con una marcia più bassa (suggerimento di Bertha), rendendo le salite fattibili (con due marce Bertha e i figli dovevano spingere l’auto in salita). La loro azienda prosperò e nel 1926 si fuse con Daimler per creare la Mercedes-Benz, simbolo dell’industria automobilistica mondiale. Bertha Benz ebbe una vita straordinaria e lunga.
La sua impresa è ancor più straordinaria quando si pensa alla diffidenza che fino a pochi anni fa, generava una donna al volante.
“Un medico italiano, particolarmente versato nelle materie psicotecniche, il quale ha ribadito l’idoneità della donna al governo dell’automobile; egli ha così sintetizzato le sue qualità: Al volante è davvero una brava massaia!” – Articolo apparso sul settimanale Oggi (1952)
A 95 anni, nel 1944 Bertha Benz divenne Senatrice Onoraria dell’Università Tecnica di Karlsruhe, quell’Università che non aveva potuto frequentare solo perché donna… due giorni dopo si spense. Oggi la sua memoria è onorata dal Bertha Benz Prize il premio che onora giovani ingegnere con tesi di dottorato eccezionali.